lunedì 12 maggio 2014

Nel meriggio d'or

Se io avessi un mondo come piace a me,
là tutto sarebbe assurdo,
niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è e viceversa:
cio che è non sarebbe, e ciò che non è… sarebbe!


credit Disney

non ci posso fare niente. È la mia fiaba preferita, non so nemmeno quante versioni posseggo di questo libro, una lettura a tratti difficile, che non ho forse capito ancora fino in fondo, ma che ho sempre amato.
È stato uno dei primi libri che ho letto alle elementari, anche se si trattava di una edizione per bambini, ma i miei ricordi volano ancora più indietro, quando, forse ai tempi dell’asilo, non facevo che sentire e risentire la musicassetta  (io il videoregistratore non ce l’avevo uffaaaa) tratta dal film.
E' con timore reverenziale che parlo di questo classico,  il mio preferito ovviamente…

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

La storia narra di una bambina che si addormenta sotto un albero ombroso in un caldo pomeriggio d'estate e incontra delle creature bizzarre e pazzerelle, quanto l'ho invidiata!
A Walt Disney, balenò spesso in testa questa storia, dovete sapere che Alice, in una versione completamente diversa è stata uno dei suoi  primi guadagni...

ALICE IN CARTOONLAND
(1923)


Un allora ventiduenne Walt Disney si preparava a lasciare Kansas City, destinazione Hollywood, con 40 dollari in valigia (di cartone!?) e una pellicola chiamata: Alice in cartoonland, la sua idea era quella di far interagire una bambina, la piccola Virginia Davis, Con un mondo totalmente fatto di cartoni.
La laugh’ o gram prima e Disney Brother’s  Production in seguito, produsse questa serie fino al 1927, anno in cui per mancanza di fondi e non per insuccesso, ne terminarono la produzione.
I distributori  (ricordate Margaret Winkler & Charles Mintz?) cominciarono poi ad interessarsi al fratello maggiore di Topolino, ossia il coniglietto Oswald. 

Quando poi, più di dieci anni dopo, Walt Disney pensò di realizzare il primo lungometraggio a cartoni animati della storia pensò subito a lei, Alice, come prima storia da animare, ma preferì alla fine dedicarsi alla storia di Biancaneve e i sette nani  e visto il successo fu un ottima idea …

Nel 1936 fu il turno di Topolino con il cortometraggio “Topolino attraverso lo specchio".
Mickey si addormenta con in grembo il libro omonimo di Lewis Carroll e vive un esilarante avventura in una stanza da letto speculare alla sua, che raggiunge attraversando lo specchio del comò.

credit Disney

Walt provò a realizzare Alice anche nel 1938, ma i disegni realizzati per gli storyboard dall’art. Director David S. Hall risultarono troppo difficili da animare, in quanto troppo simili a quelli dello storico illustratore del libro, John Tenniel,  mentre i testi del neo assunto Al Perkins gli sembrarono troppo cupi.

Avete visto come negli anni la bambina curiosa, uscita dal calamaio del reverendo Lewis Carroll, abbia fatto spesso capolino nella mente di Walt, ma sembrava non fosse  mai il momento giusto per darle vita,
con sempre nuove idee, tra successi ed insuccessi, mele avvelenate e burattini di legno, cerbiatti coccolosi e scarpette di cristallo.
Ci volle lo smisurato talento di Mary Blair, stimata disegnatrice Disney dal 1939, che mostrando a Walt i suoi colorati e allegri disegni dedicati al paese delle meraviglie lo convinse definitivamente a realizzare il film sulla fanciulla che cadde nella tana del bianconiglio.

ecco uno dei concept di Mary Blair, Credit Disney

Alice nel paese delle meraviglie è il tredicesimo classico sfornato dalla fucina delle meraviglie che è la Walt Disney Productions, da subito se ne vede un grande potenziale, il tripudio di colori, le gag tra personaggi bizzarri sempre in movimento e la musica, tantissima musica, atta a portare nel lungometraggio i sofisticati giochi di parole di Lewis Carroll, tanto da essere ancora il classico Disney con più canzoni al suo interno: alcuni sono solo brani di qualche strofa, ma sono comunque più di 30; pensate che ne vennero addirittura scartati alcuni per questa produzione, ed un brano in particolare venne riadattato come sigla di apertura per il classico successivo, "Le avventure di Peter Pan" (La canzone è la seconda stella a destra).
La scena in cui il cappellaio matto spalma di marmellata l’orologio di un disperato Bianconiglio è in bianco e nero: questo perché la censura del tempo temeva che potesse sembrare troppo violenta, e anche a distanza di decenni, l’avrete notato, è rimasta così: l’orologio impazzisce, dopo essere stato farcito a dovere,  e quando la sua sbullonata corsa sopra al tavolo viene fermata con un colpo di martello dal leprotto bisestile ed esplode, la scena diventa per un attimo in bianco e nero.

L'uscita ufficiale avvenne il 6 luglio del 1951 Ammetto che rimasi stupita nel leggere che l’accoglienza al botteghino fu davvero mite, tanto che Walt Disney stesso, deluso dall'insuccesso di un film  che poteva avere tutte le carte in regola per essere amato,  definì la piccola Alice, un personaggio troppo freddo.
Il film non venne mai riproposto nelle sale cinematografiche fintanto che Walt fu vivo, rompendo così la routine di ritorno al cinema dopo sette anni di ogni classico, fu però il primo ad essere trasmesso in televisione nel'54, anche se in versione notevolmente ridotta, durante il programma “Disneyland”.

credit Disney

In realtà l’insuccesso iniziale è probabilmente dovuto anche ad altri fattori, come ad esempio la presenza nel film di troppi registi, ben cinque, forse troppo impegnati a dare il meglio di loro stessi, tanto da strafare e snaturare quella che era l'idea iniziale del film.
in seconda battuta, ma non meno importante, il fatto che Walt Disney non seguì la realizzazione di Alice in Wonderland con la stessa dedizione con cui seguì gli altri lungometraggi. Walt aveva smesso da diverso tempo di disegnare, cosciente di non essere all'altezza, ma il suo contributo era vitale per indirizzare gli animatori: lui aveva il dono di sapere cosa volevano le persone.
Io poi ho una mia teoria:  probabilmente il capo della Disney era impegnato nel progetto più ambizioso di tutti:  Disneyland, i cui magici cancelli aprirono 4 anni dopo.

Alice all'uscita della festa di non compleanno del cappellaio matto (Disney)


Come spesso capita però nella storia, non sempre un capolavoro viene riconosciuto da subito, non fanno eccezione alcuni dei migliori lungometraggi della Disney, abbiamo visto che Fantasia, Pinocchio e altri, pur essendo delle pietre miliari hanno avuto una partenza in sordina.
Il riscatto per Alice avvenne in una maniera decisamente particolare: negli anni ’60, dopo l’uscita del film Yellow submarine di George Dunning si cominciò a “rivedere” questo classico sotto un altro aspetto: venne trasmesso in alcune università e complice l’uso di stupefacenti venne visto sotto un altra luce, i giovani lo apprezzarono un sacco.
Inutile dire che la Disney non fu molto felice di questa nuova interpretazione e si mobilitò per ritirare molte delle copie del film in possesso alle università.

Quindi un film che ai tempi era costato 3 milioni di dollari e ne aveva guadagnati solo 2,4 è diventato negli anni uno di quei lungometraggi Disney a cui il termine "classico" calza maggiormente a pennello!

Ho deciso, devo assolutamente rivederlo subito!!
Ehi, ma in un pomeriggio di sole caldo chi di voi non ha sognato di addormentarsi sotto ad un albero ombroso?




Antolooks:)



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